Il metodo inglese - I Telegrafi delle Due Sicilie

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Segnalare in Mare | Il metodo inglese

In Olanda, nell'agosto del 1794 gli inglesi rinvennero nelle tasche di un prigioniero francese, catturato nei pressi del villaggio di Berlicum, alcuni disegni ed una descrizione della macchina telegrafica di Chappe [1].
Un tal Capitano Brinley, dello stato maggiore britannico, esibendoli quasi come una mera “curiosità” li mostrò al cappellano generale, il reverendo John Gamble il quale, al contrario, li reputò di grande interesse, utili per uno studio che egli stava conducendo sui diversi modi di segnalare a distanza.  
Nel settembre dello stesso anno il maggiore Gordon, maresciallo di campo del duca di York, ricevette da Liegi un modello funzionante del telegrafo Chappe, completo del prezioso cifrario di segnalazione. Primo di quel genere d’apparecchi a giungere in Inghilterra, la macchina "Chappe" finì per suscitare vivo interesse sia di pubblico che di esperti, stimolando discussioni e studi circa la necessità d’adottare un simile sistema per comunicare celermente tra Londra e le stazioni navali sulla costa britannica.
Il reverendo Gamble, già professore di matematica presso il Pembroke College di Cambrige e cappellano generale dell'esercito inglese, ben comprese tali esigenze ed al suo rientro in Inghilterra, nel gennaio 1795, s’impegnò nella realizzazione di un prototipo che potesse competere con il sistema francese.
Un modello completo fu pronto ai primi di febbraio e quindi presentato agli alti gradi dell’esercito britannico.
La macchina, un telegrafo ottico a cinque persiane, trasse sicura ispirazione da un simile apparato ideato da Abraham Niclas Edelcrantz ed installato sulle coste svedesi nel 1794.
Benché alla fine di febbraio il governo britannico ne approvò i principi di funzionamento, l’esercito non mostrò interesse per la macchina anzi, nell’aprile 1795 la “passò” alla Royal Navy, ancora impegnata nella ricerca di un sistema telegrafico agile e di semplice utilizzo.
Dopo aver ricevuto ed esaminato i disegni e le specifiche d'utilizzo, l'Ammiragliato stabilì che il Telegrafo a persiane avrebbe dovuto essere sottoposto ad un test di funzionamento e suggerì che fosse posizionato tra Portsmouth e Ashey Down sull'isola di Wight, o Portsdown Hill.
Il 16 agosto 1795, Gamble scrisse che "dai bastioni di Portsmouth, a una distanza di circa 5 miglia, il telegrafo era facilmente leggibile, anche con un leggero grado di foschia; e con un buon cannocchiale era perfettamente distinguibile da Spithead, e persino dall'Isola di Wight, una distanza di 14-15  miglia ".
Il telegrafo di Gamble funzionò ma l'Ammiragliato, in considerazione della mole della struttura e dei pannelli di segnalazione,  valutò  troppo grandi le difficoltà da superare per consentirne la costruzione su colline poco accessibili inoltre, la manovra dei pannelli fu considerata poco agevole e le combinazioni dei segnali trasmissibili troppo limitate. Nel settembre 1795 l’Ammiragliato giudicò non necessaria ulteriore sperimentazione del “sistema” avendo, nel frattempo, deliberata l’adozione di un nuovo telegrafo a sei persiane proposto da un altro ministro di Dio, il Lord George Murray arcidiacono dell'isola di Man, rettore di Herston nel Kent ed in seguito, vescovo di St. David. Il nuovo apparato, preferito per le dimensioni, facilità di manovra e per il maggior numero di segnali trasmissibili, entrò ufficialmente in servizio dal 1796.
Per collegare la sede dell’Ammiragliato a Londra con i centri costieri d'interesse militare, furono realizzate una linea di dieci stazioni telegrafiche tra Londra e Portsmouth e quindici stazioni da Londra a Deal e Sheerness. Un messaggio da Londra a Portsmouth venne solitamente trasmesso in circa quindici minuti.
La linea del sud fu estesa a Plymouth nel 1806 e nel 1808 fu stabilita una linea per Great Yarmouth, tutte le stazioni restarono in servizio sino al 1816.
Il telegrafo di Murray, costituito da un telaio in legno su cui ruotavano sei pannelli manovrati da un sistema di funi e carrucole, fu sempre ritenuto dall'Ammiragliato una soluzione temporanea, alla prova dei fatti si rilevò anch'esso un apparato complesso, dispendioso, limitato nel numero dei segnali, ed inadatto alle segnalazioni terra-nave, tanto che non sopravvisse alla fine delle guerre napoleoniche. Il cuore strategico della difesa costiera britannica, negli anni del conflitto anti-napoleonico, rimase affidato alla rete di segnalazione ottica organizzata con telegrafi a bandiere, corpi opachi e segnali luminosi, noto come sistema "Balls and Flags".
Lungo i litorali del Regno Unito dal 1795 furono istituite le stazioni costiere per la sorveglianza del traffico marittimo, per la scoperta di contrabbandieri, navi francesi e per l’osservazione delle condizioni meteo-marine.
La vigilanza esercitata da queste postazioni, nell'attesa della temuta invasione francese, fu ritenuta indispensabile per sorvegliare i movimenti della grande flotta da sbarco in allestimento aldilà della Manica.
Il lavoro dei segnalatori della Royal Navy fu paragonabile a quello che sostennero, centotrentacinque anni più tardi, gli operatori e le operatrici radar della Royal Air Force nel corso della battaglia d’Inghilterra (1940-1941) quando, al pericolo rappresentato dalla fanteria da sbarco di Napoleone, si sostituì la Luftwaffe di Hitler.
L’Ammiragliato, ben consapevole del valore aggiunto conferito da questi uomini al sistema di difesa costiero, scelse d’incentivarli istituendo un premio in denaro per ogni nave francese segnalata e successivamente catturata dalla marina da guerra.
Sul fronte del mare la medesima necessità di disporre di un metodo altrettanto efficacie per la comunicazione tra unità navali, sollecitò molti ufficiali di sua maestà britannica a confrontarsi con la difficoltà di amalgamare e semplificare i tanti codici di segnalazione a bandiera in uso a bordo delle squadre navali della Royal Navy.
Agli inizi del 1801, l’ammiraglio, Sir Home Riggs Popham, lo stesso che quindici anno dopo progettò i “semafori” britannici, pubblicò, a proprie spese il “Telegrafic Signals or Marine Vocabulary”, frutto di un lavoro d’aggiornamento del precedente sistema realizzato da  Howe (1792) e da Growe (1796).
Il “Vocabolario combinò a 3000 parole, o frasi codificate, tre set di 1.000 segnali ciascuno, alle bandiere del precedente codice Howe assegnò una corrispondenza numerica ed una alfabetica. Le lettere dalla “A” alla “K” furono rappresentate da singole bandiere numeriche, la “I” e “J” dalla stessa bandiera mentre, le restanti lettere dell’alfabeto (L-Z) da una doppia bandiera.
Il sistema di Popham  per la prima volta consentì, oltre la tradizionale trasmissione di segnali codificati lanciati a gruppi di tre bandiere numeriche, la possibilità di costruire testi “liberi”, più vicini al “linguaggio parlato”, diramati issando singole bandiere secondo la rispettiva corrispondenza alfabetica [2].
Nel 1803 Popham aggiornò il proprio “Vocabolario” pubblicando, ancora a sue spese, un secondo volume distribuito tra gli ufficiali della Royal Navy desiderosi di sperimentare il nuovo sistema di comunicazione.
Tra gli estimatori del nuovo metodo l’ammiraglio Horatio Nelson fu colui che nel settembre del 1805, scegliendo di adottarlo a bordo delle unità della propria flotta, conferì al Vocabolario di Popham il lasciapassare per la storia.
Al largo di Capo Trafalgar il 21 ottobre 1805 la flotta inglese, schierata in ordine di battaglia, attendeva di confrontarsi con le forze ispano–francesi comandate dall'ammiraglio Pierre Charles Silvestre de Villeneuve e dall'ammiraglio spagnolo d'origine palermitana, Federico Gravina Y Napoli.
Trascorse da poco le 11 e 45 del mattino, l’Ammiraglio Nelson, dopo aver diramato l’ordine "engage the enemy more closely" (ingaggiate il nemico più da vicino), trasmesso issando i segnali “1” e6”, fece seguire il proprio leggendario indirizzo agli equipaggi di tutta la flotta: “England expects that every man will do his duty (L’Inghilterra si aspetta che ogni uomo compia il proprio dovere).
Alle singole parole, già codificate nel ”Vocabolario”, fu aggiunta la parola libera “duty”, trasmessa lettera per lettera utilizzando i singoli segnali:



                 

L’epica della battaglia di Capo Trafalgar, a cui non poco contribuì la morte di colui che ne fu il vincitore, sin dalle prime settimane che seguirono gli eventi rese il messaggio di Nelson espressione dello spirito di Patria e del senso del dovere che animò gli uomini della Royal Navy.
Di generazione in generazione la “celebrata frase” entrò nello spirito popolare assurgendo al valore d’autentico simbolo dell’orgoglio nazionale britannico.
Ma in tempo di guerra nulla può rimanere cristallizzato, foss’anche un pezzo di gloria nazionale quindi, fu prassi della marina britannica mutare il significato delle bandiere ogni sei mesi per  evitare la decodifica del cifrario da parte del nemico.
Nel corso del conflitto anti-napoleonico Popham stesso modificò più volte il proprio “Vocabolario” (1803, 1813 e 1816) che, ad ogni modo, non fu l’unico sistema adottato, altri codici, come il “Signal Book” del 1799, furono periodicamente aggiornati ed utilizzati in vari contesti operativi.
L'utilità di disporre di un sistema di comunicazione a distanza standardizzato, eguale per l'intera flotta, fu un idea che ancora incontrava difficoltà ad affermarsi tra le marine dell'epoca.
Sconfitto Bonaparte, nel 1816 l'Ammiragliato britannico sperimentò ed adottò, in sostituzione del sistema Murray, il semaforo a due braccia mobili proposto da Sir Home Riggs Popham (1762-1820).
Costruito a similitudine degli omologhi francesi di epoca napoleonica, il semaforo britannico fu approvato in due versioni, una per le comunicazioni terresti, l’altra per le navi.
Nel 1816 fu avviata una linea di prova e furono erette otto stazioni tra l'Ammiragliato a Londra e Chatham, sotto la supervisione di Popham.
Superati i test di funzionamento l'Ammiragliato autorizzò il prolungamento della linea semaforica fino a Portsmouth.
Nel 1822 il Colonnello Charles W. Pasley (1780-1861) aumentò la capacità di trasmissione del semaforo di Popham rendendone il funzionamento ancor più simile a quello dei semafori francesi.
Il semaforo di Pasley, facilmente riconoscibile per la caratteristica “V” in testa all'albero di trasmissione, rimase in servizio sino al 1943 per scomparire definitivamente alla fine della seconda guerra mondiale [3].
I segnali di lontananza e quelli per la comunicazione in mare, frutto dell’evoluzione tecnica dei sistemi sperimentati dalla marina britannica, furono esportati anche in Mediterraneo ed in genere, ovunque l’intervento inglese si rese necessario per sostenere i propri interessi nel conflitto contro la Francia.
Telegrafo Chappe
Il Diagramma mostra il sistema numerico alfabetico del sistema Chappe, accanto la struttura del segnalatore costituito da un albero con due braccia mobili. La Postazione necessitava di un uomo per la manovra della macchina ed un osservatore: da Rees's Cyclopædia, Plates Vol. IV, "TELEGRAPH", Fig. 4 .
Telegrafo a persiane Murray
Telegrafo a persiane di Murray. - La macchina, tramite un sistema di funi e  leve, comandati dall'interno della baracca-stazione, permise la trasmissione di segnali codificati mediante la combinazione alternata, di persiane “aperte” e “chiuse” (Nell'immagine la trasmissione delle lettere da "A" a "G"". Ogni stazione necessitò, almeno di tre operatori per turno: un osservatore e due manovratori alle funi.
Popham e Murray
A destra l'ammiraglio Sir Home Riggs Popham (1762 – 1820), a sinistra Lord George Murray (1761 – 1803) vescovo anglicano.
Linea delle stazioni telegrafiche a sei persiane "Murray" (1795 - 1816).
"My ass in a bandbox". Stampa Satirica inglese sulle difficoltà di Napoleone d'allestire una flotta per invadere l'Inghilterra: "Il mio culo in una cappelliera". Napoleone a cavallo di un asino naviga nel canale della Manica in una scatola  per cappelli (bandbox) con sulla fiancata la scritta "Invasione". L'asino, visto come una creatura senza spirito, con i paraocchi, sul groppone è marchiato "France". Bonaparte, di profilo a sinistra, calza un enorme ed effeminato bicorno con pennacchio e nappe (la scatola in cui naviga è, con tutta evidenza, quella che conteneva il suo copricapo), brandisce una sciabola nella mano sinistra e velleitariamente urla: "Farò tremare quel Jean Bull ora che ho trovato un grande mezzo di trasporto". All'orizzonte all'estrema sinistra c'e' il  promontorio di Dover. Settembre 1803, Acquaforte colorata a mano. Autore Robert Holborn.
Ammiragli della flotta franco-spagnola Trafalgar 1805
Pierre Charles Silvestre de Villeneuve e Federico Gravina Y Napoli ammiragli della flotta franco-spagnola antagonisti di Nelson nella battaglia di Trafalgar
Manifesto inglese del 1805 commemorativo  per la morte dell'ammiraglio Horatio Nelson e d'annuncio della vittoria navale di Trafalgar  (21 ottobre 1805).
Tavola segnali codice Popham
Tavola  dei segnali del Codice Popham
Semaforo di Pophams - Pasley

[1] L’episodio, citato da Russel Burns, a pag. 47 del suo saggio “Communications: An International History of the Formative Years” (Editore: Institution of Engineering and Technology/2003), ebbe luogo nel corso della sfortunata campagna delle Fiandre, condotta nell’ambito della guerra tra la “prima coalizione” e la Francia rivoluzionaria (1793-1797).   
[2] Curiosità: a pagina 35, della prima edizione del Telegrafic Signals or Marine Vocabulary, le parole “Naples” e “Neapolitan”, corrisposero al segnale 1527.
[2] I Semafori, la loro evoluzione e l'impiego nel Regno delle Due Sicilie, sono oggetto di trattazione nella sezione "La Telegrafia visuale" del presente sito.
Popham – Pasley Semaphore in uso tra Londra e Portsmouth, tratto da "History of Telegraphy" di Ken Beauchamp.
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(Procida 1930 – Napoli 1980)
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Telegrafo  
dal greco antico tele (τῆλε) "a distanza" e graphein (γράφειν) "scrivere", scrittura.





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